Discoteca Movida di Jesolo Venezia

La storia della discoteca Movida di Jesolo Venezia

La storia della discoteca Movida di Jesolo e degli altri club house del nord Italia rappresenta un capitolo fondamentale della cultura clubbing europea. Questi locali non furono semplici discoteche, ma veri e propri laboratori di sperimentazione musicale e culturale, dove si svilupparono le tendenze che avrebbero definito la scena elettronica italiana e internazionale negli anni ’90. Tra i nomi più importanti dietro il successo di queste discoteche vi è senza dubbio Vasco Rigoni, un leggendario art director, il cui impatto nel panorama del clubbing fu decisivo.

Vasco Rigoni, originario di Asiago come suggerisce il suo cognome, iniziò la sua carriera lontano dalle piste da ballo, lavorando come bancario. Tuttavia, un viaggio a Ibiza cambiò radicalmente il suo percorso professionale e personale. Rimase affascinato dalla cultura clubbing dell'isola, in particolare dall'animazione e dalla musica che definivano l'atmosfera di quei locali. Decise quindi di portare quell'energia e quello stile in Italia, creando un movimento che avrebbe segnato l'inizio dell'era dei grandi club house italiani. Vasco riuscì a coinvolgere personalità di spicco della scena ibizenca, come Leo Mas, un DJ di culto che giocò un ruolo cruciale nell'evoluzione della musica da club nel nostro Paese.

La discoteca Movida di Jesolo fu una delle prime a incarnare questa nuova filosofia del divertimento notturno. La sua prima line-up di DJ resident era formata da Leo Mas, Steve Paradise, Gianluca Vianello e Massimino Lippoli. Proprio Massimino, che aveva conosciuto Leo Mas durante una stagione a Ibiza, contribuì a definire il sound che avrebbe reso il Movida un punto di riferimento per la scena house italiana. Questa squadra di DJ veniva comunemente chiamata la "Triade", una formazione che avrebbe segnato profondamente la storia del club.

Con il passare degli anni, il Movida continuò a evolversi, introducendo nuovi progetti musicali. Tra questi, il progetto Musikò, che vide la partecipazione di Massimino e Angelino Albanese, e il Gilda After Hour, un locale situato nelle vicinanze del Pachanga, dove suonavano resident DJ come Pier Del Vega e Stefano Noferini. Anche se molti dei protagonisti di questa epoca non sono più tra noi, la loro eredità continua a vivere attraverso la musica e la cultura che hanno contribuito a creare. Una scelta interessante di quel periodo fu l'introduzione di DJ come Flavio Vecchi, proveniente dall'Emilia Romagna, il cui compito era quello di ammorbidire il sound che si era venuto a formare nelle stagioni '90 e '91, mantenendo comunque l'anima underground del club.

In quegli anni, si sviluppò anche un fenomeno noto come "nomadismo notturno". I clubber si spostavano di discoteca in discoteca alla ricerca della serata perfetta, quella in cui il DJ ospite riusciva a proporre la selezione musicale più innovativa e in sintonia con le tendenze del momento. Questo stile di vita divenne così comune che il termine "Movida", inizialmente associato alla discoteca di Jesolo, entrò nel gergo per descrivere queste serate uniche e imperdibili in tutto il nord Italia.

Dal punto di vista musicale, il Movida fu caratterizzato dalla qualità eclettica dei DJ residenti, soprattutto grazie a Leo Mas. Sebbene la vita della discoteca fosse breve, il suo impatto si fece sentire a lungo. Durante i suoi anni di massimo splendore, il Movida coincise con l'era del Bleep’n’Bass inglese, un genere guidato dall'etichetta WARP e dai suoi artisti di punta come LFO e Sweet Exorcist. Questo stile, tuttavia, fu rapidamente archiviato e rimase in ombra per molti anni. All'epoca, nemmeno i DJ che inserivano tracce Bleep’n’Bass nelle loro scalette riuscivano a catalogarlo correttamente, spesso confondendolo con l'acid-house o la techno, generi che dominavano la scena. Anche chi lo ascoltava percepiva una certa ambiguità nel collocare questi brani, e solo con il tempo si sarebbe riconosciuta la specificità di questo genere musicale.

In conclusione, la discoteca Movida di Jesolo e gli altri club house del nord Italia non furono solo luoghi di intrattenimento, ma autentici centri culturali che contribuirono a plasmare la musica elettronica e lo stile di vita notturno in Italia. La visione di Vasco Rigoni e il talento dei DJ che ne animarono le serate hanno lasciato un'eredità indelebile nella storia del clubbing, trasformando il nord Italia in uno dei poli più importanti per la musica house ed elettronica a livello europeo.


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